E’ un pane rustico, dalla crosta marrone scura e dalla pasta bruna con una pezzatura di 7-8 etti per forma.
In passato la produzione di questo tipo di pane aveva una sua ovvia motivazione economica, dovuta al fatto che la farina bianca di frumento, prodotta in pianura, con il suo costo trasformava in un lusso per pochi il consumo di questo cibo.
In Vigezzo, come in altre zone di montagna, il pane veniva cotto solo un paio di volte all’anno nei forni comunitari: ecco perché la giornata destinata alla panificazione era anche un momento carico di significati rituali e augurali.
La produzione del cosiddetto “crescenzin” – tuttora in uso – trae origine dall’abitudine di sfruttare il calore del forno dopo la cottura delle forme di pane e accompagna quindi la panificazione: all’impasto avanzato, si aggiungono uva passa e noci, andando a sfornare una sorta di gustoso pan dolce.